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I Luoghi Sacri – Libri di pietra che trasmettono il numinoso

I luoghi sacri, soprattutto quelli costruiti secondo determinate regole tradizionali, ci parlano e ci indicano il percorso, che l’essere umano continua a compiere durante la sua esistenza terrena, aiutandolo a confrontarsi con ciò che lo circonda e con la profondità del suo essere. Gli edifici sacri da sempre, soprattutto nel passato, vengono edificati per rappresentare nei diversi piani la manifestazione del divino, sia essa riferita al macro cosmo che al micro cosmo: in altri termini un tempio, che, nel suo insieme, rappresenta l’universo, ovvero il cosmo, come pure l’essere umano. Da sempre il luogo sacro è il topos nel quale entrare in contatto con l’ineffabile. Sir James Frazer, nel suo capolavoro Il Ramo d’Oro, ci descrive i primi ambiti, peraltro molto elementari (di fatto radure naturali), ove venivano celebrate le ritualità, ad esempio, come lo stesso ci ricorda, nel bosco sacro di Nemi. L’architettura templare (nel senso di tempio, ovviamente) è stata da millenni una delle principali attività edificatorie per la quale tutte le comunità hanno costantemente profuso gli sforzi tra i più rilevanti e significativi. Basti pensare ai complessi religiosi egizi, mesopotamici, ebraici, greci, romani e cristiani, solo per limitarci all’occidente.

Ogni complesso appare quindi nella sua essenza come la rappresentazione degli arcaici spazi, dedicati, presenti nei boschi sacri. Proprio per questo le colonne dei templi ci ricordano la tipologia di albero presente nel contesto di appartenenza: le colonne delle moschee ci rammentano la palma, quelle dei templi romani la quercia, quelle delle cattedrali gotiche gli alberi presenti nel nord Europa e così via. Come gli antichi templi, una costruzione dedicata al sacro, esprime la relazione tra l’ente essente (il creatore) e la sua manifestazione (il creato), tra il divino e il cosmo, il tutto nella sua interezza (macro e micro). L’architettura dei luoghi sacri rappresenta, così, sia l’incipit divino sia la manifestazione. Come pure, l’insieme architettonico viene concepito per ricercare forme e proporzioni che possono essere uno strumento volto alla comprensione o meglio alla percezione dell’incipit divino e della manifestazione stessa. L’edificio dedicato alla spiritualità “mostra” una origine che sottintende il desiderio/intento di rappresentare il cosmo, attraverso una dimensione simbolica forte, ancora molto presente, sia in occidente che in oriente. Il tempio greco, temenos, è lo spazio sacro consacrato agli dei, quindi la loro casa, decorata come nell’antico Egitto, dalla rappresentazione dei miti della creazione. Non a caso nell’antica Roma il termine templum indica il settore del cielo delimitato dall’augure, ove questi scruta e osserva i fenomeni celesti, per formulare i suoi presagi. Lo stesso tempio di Salomone, di biblica memoria, è la rappresentazione del cosmo.

Le chiese bizantine ne mostrano un chiaro riferimento simbolico, derivato dalle loro geometrie: un piano quadrato (ovvero un cubo), sormontato da una cupola, che corrispondono rispettivamente alla terra sovrastata dal cielo. L’edificio sacro ancora una volta mostra, in tal modo, una concezione finalizzata alla riduzione analogica tra il piano terreno e quello cosmologico. Nel contesto cristiano la chiesa è anch’essa evidentemente il luogo sacro per eccellenza, oltre che essere anche la rappresentazione della Gerusalemme celeste, descritta ad esempio nell’Apocalisse. Anche nel medioevo il rapporto tra cielo e terra è presente nella costruzione dei luoghi di culto, quale rappresentazione del mondo e del suo creatore. L’orientamento delle chiese ne è ulteriore testimonianza (il coro a est, l’ingresso a ovest), proprio per indicare un percorso spirituale.

La croce, certamente tra i simboli più importanti, presente sia all’esterno che all’interno di questi luoghi sacri, oltre che rammentare la crocefissione si riferisce, altresì, ai punti cardinali, significando e definendo in tal modo l’ambito riguardante lo spazio terrestre. Il luogo sacro offre quindi un vero e proprio strumentario utile nel percorso verso la conoscenza, mediante cui potenzialmente si può decodificare il proprio latente sentire, che può pertanto affiorare, grazie ai messaggi simbolici ricevuti, i quali sono una vera e propria chiave che ci aiuta a comprendere il perché del nostro essere e il perché di ciò che ci circonda.

Quanto appena cennato, che ai nostri giorni potrebbe sembrare inutile e fuori dal tempo, è invero ancora più utile, allorché l’uomo postmoderno, è ormai spesso non più in grado di parlare a sé stesso e quindi di comprendere il messaggio universale, al di là dei comuni accadimenti e del loro succedersi, senza, peraltro, riflettere sui vari perché, che comunque, seppur a volte sopiti, affiorano più o meno consapevolmente in ogni essere umano. Ogni costruzione templare, nel senso di tempio, ci trasmette, così, spunti che stimolano riflessioni e considerazioni, che possono sollecitare in tal modo l’attività della nostra mente, sia essa razionale sia intuitiva. Attività che affronta le tematiche che da sempre avvincono l’essere umano, anche per il tramite degli elementi allegorici e simbolici, presenti in queste costruzioni. Costruzioni che sicuramente aiutano a dischiudere i messaggi contenuti in questi luoghi, mediante i quali ci viene offerta una visione affascinante e che ci aiuta a comprendere l’armonia del suo insieme, unitamente agli insegnamenti che da millenni ci consentono di avvicinare il profondo delle cose e rispondere all’eterno quesito che da sempre ci poniamo: chi siamo, dove siamo e dove andiamo.

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