“Non per noi, ma per il futuro del GOI

Carissimo Fratello,

come certamente saprai il prossimo 3 marzo saremo chiamati a scegliere il nuovo Gran Maestro ed i nuovi Grandi Dignitari che faranno parte della Giunta del Grande Oriente d’Italia. Al fine di evitare i consueti rumors, abbiamo ritenuto di fare cosa gradita fornendoTi una informativa diretta – che sarà poi integrata con l’invio di un programma più dettagliato – sulla composizione della lista, allegata alla presente, e sui nostri intendimenti.

Nel proporre la nostra candidatura, vogliamo innanzi tutto precisare che la nostra è una manifestazione di disponibilità che nulla ha a che vedere con una competizione elettorale profana, esclusivamente volta a servire il nostro Ordine, ispirandoci ai nostri principi che si richiamano alla libertà, all’uguaglianza e alla fratellanza, che sono i presupposti per attivare una autentica catena iniziatica.

Sono questi i tre capisaldi ai quali vorremmo ispirarci, unitamente alla consapevolezza che il Gran Maestro, nella sacralità e ieraticità del suo ruolo, ed i Grandi Dignitari debbano essere innanzitutto coloro che fungono da guida e soprattutto da sostegno alla Comunione, al fine di ritrovare unità e armonia, condizioni che sono alla base del lavoro che dobbiamo compiere su noi stessi. La nostra azione intende fermamente attenersi a questi semplici ma fondamentali intendimenti, sia se riferiti all’interno dell’Istituzione che all’esterno, anche per impedire che la nostra immagine venga anche solo minimamente scalfita da vergognose e pretestuose campagne mediatiche volte ad infangare il Grande Oriente d’Italia, ritenendo che alle mere “petizioni di principio”, pur ovviamente condivisibili, siano da preferire i «fatti».

Ci siano da guida, dunque, nel percorso che ci accingiamo ad intraprendere, la melagrana, la catena d’unione e il testimone, la cui fiamma è resa sempre più intensa dall’amore e dalla presenza dei nostri Fratelli passati all’Oriente eterno. Senza mai dimenticare che il nostro è non solo un Ordine iniziatico, ma anche una scuola di perfezionamento individuale, nel cui interno le varie funzioni non sono posizioni «gerarchiche» da esibire per dare soddisfazione alla nostra imperfetta pietra.

Le cose che desideriamo fare sono tante e con il fattivo contributo di tutti, potremo individuare, scegliere e confrontarci insieme, liberamente, su tutte quelle attività che riterremo utili alla nostra crescita, ivi compreso il confronto con le Istituzioni, il mondo accademico, la società civile e le associazioni culturali, come pure la solidarietà e l’assistenza nei confronti degli ultimi e di coloro che hanno bisogno e, infine, le improcrastinabili riforme della giustizia massonica, dei procedimenti elettorali (in modo particolare per quel che concerne l’abrogazione delle cd. “liste bloccate” e la previsione di un solo mandato), e di alcuni organi, quale, ad esempio, il Consiglio dell’Ordine.

Il tutto ovviamente nel pieno rispetto dei ruoli e delle funzioni previste dalle leggi dello Stato, dagli Antichi Doveri, dalla Costituzione e dal Regolamento dell’Ordine, a cui si dovrà sempre accompagnare la circolarità delle informazioni e le motivazioni delle scelte, per offrire a tutti la massima conoscenza, consapevolezza e collaborazione.


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